domenica 30 novembre 2014

Corso di cucina etnica - Piatti del Sud America - Argentina

Empanadas (Argentina)

La ricetta di Rosa

Ingredienti
1 kg di farina 00
1 kg di carne tritata
mezzo chilo di cipolla
1 peperone rosso
mezzo chilo di pomodori
200 gr di burro
uova
sale - olio (un bicchiere)

Preparare la pasta unendo farina, burro, un bicchiere di olio, un pò di sale. Lasciare a riposo sotto uno strofinaccio.
Stendere la pasta e dividerla in forme rotonde.

Per il ripieno: fare soffriggere in una padella la cipolla, peperoni tagliati a fette, pomodori a pezzetti, carne trita, sale, pepe, origano. Fare cuocere per circa 15 minuti.

Fare una specie di panzerotto con la pasta e il ripieno. Friggere in olio. Servire insieme all'uovo sodo. 






Corso di cucina etnica - Piatti del Sudamerica - Perù

Tamales (Perù)

La ricetta di AnaMaria e Gladys 

Ingredienti:
un pollo intero
due dadi
salsa di peperoncino peruviano
cipolla
olio di girasole o di mais
farina di mais per tamales
sale e pepe
foglie di pianta di banano
cipolla
olive denocciolate
peperoncino giallo peruviano
arachidi

spago
carta stagnola

Fare bollire il pollo in acqua e due dadi, In un'altra padella,  fare il soffritto di cipolla, aggiungere la salsa di peperoncino rosso, sale e pepe, aggiungere il brodo e la farina. Mescolare come una polenta. Fare cuocere per 45 minuti. Lasciare riposare.
Nel frattempo, preparare le  uova sode. Tagliare il pollo , tagliare il peperoncino giallo a listarelle e le olive a spicchi.

Preparare due foglie di banano, metterle a croce e inserire il ripieno della farina di mais (simile alla polenta) un pezzo di pollo, un pezzo di uovo sodo, olive, peperoncino e arachidi. Avvolgere nelle foglie di banano e poi nella carta stagnola. Legare con lo spago. Mettere in un pentolone di acqua bollente. Cuocere per circa un'ora. 




Corso di cucina etnica - Piatti del Sud America - Brasile

Pavè di cioccolato con biscotti (Brasile)

La ricetta di Aline 

Ingredienti:
un pacco di biscotti oro saiwa
1  bicchiere di latte
un cucchiaio di nesquik
per la crema bianca: una latta di latte condensato, una latta di latte, un cucchiaino di amido di mais, due tuorli passati in un colino
per la crema di cioccolato: una latta di latte condensato, una latta di latte, un cucchiaino di amido di mais, due tuorli passati in un colino, 4 cucchiai di nesquik
per la crema di copertura: 4 albumi, 4 cucchiai di zucchero, 1 confezione di panna , mezzo bicchiere di latte, un cucchiaino di amido

preparazione: mettere in un pentolino un bicchiere di latte, un cucchiaio di amido di mais e un cucchiaio di nesquik, e fare cuocere a fuoco medio, mescolando, finchè il composto non si sarà addensato.
ripetere la procedura sciogliendo gli ingredienti per la crema bianca e per quella nera.
per la copertura:  montare gli albumi a neve, aggiungere poco alla volta lo zucchero e  la panna e mescolare. 
comporre la torta: in uno stampo, fare uno strato di crema bianca, appoggiare i biscotti bagnati in un composto di latte e nesquik, aggiungere la crema nera, poi la copertura, fare diversi strati e infine spolverare con cacao





Corso di cucina etnica - piatti del Sudamerica - Venezuela

Ecco le ricette del nostro primo incontro dell'anno. Un grande successo!

Quesillo (Venezuela)




La ricetta di Maria Fernanda 

ingredienti:
6 uova
4 cucchiai di zucchero
1 bicchiere di latte
1 latta di latte condensato

per lo zucchero caramellato:  4 cucchiai di zucchero

Frullare gli ingredienti, Metterli in un pentolino e cuocerli a bagnomaria per circa 25 minuti.
A parte,  cuocere altri 4 cucchiai di zucchero in  un pentolino insieme all'acqua finchè non si colora di marrone.

Quando il composto a bagnomaria è pronto, lasciare raffreddare. Aggiungere lo zucchero caramellato. Lasciare raffreddare o mettere in frigorifero. Servire freddo.


venerdì 21 novembre 2014

Preghiera interreligiosa per la pace

Cristiani e musulmani insieme per la pace

Sabato 22 novembre ore 21
Missionari saveriani - via don Milani 2 - Desio 



Cristiani e musulmani pregheranno insieme per la pace nel mondo, sabato 22 novembre alle 21 nella casa dei missionari saveriani (via don Milani 2). L'iniziativa è dei giovani dei gruppi missionari, l'associazione culturale pakistana Minhaj Ul Quran, i missionari e laici saveriani e il coordinamento Desio Città Aperta. La serata prevede alcuni semplici gesti e riflessioni sulle situazioni di conflitto ancora aperte nel mondo, a partire dalla Palestina, Siria e Iraq. Al termine, sarà appeso uno striscione per la pace e contro il terrorismo, all'esterno della casa saveriana. Un altro striscione con lo stesso messaggio sarà invece fissato davanti alla moschea di via Forlanini. Un terzo striscione girerà per le parrocchie e le associazioni che aderiranno all'iniziativa "una staffetta per la pace". Ciascuno esporrà il manifesto per 15 giorni, fino al mese di maggio, quando si terranno la festa dei popoli e la marcia della pace. "La pace è un dono che abbiamo ricevuto, un dono prezioso che dobbiamo accogliere, difendere e custodire" dicono i promotori dell'iniziativa.

domenica 16 novembre 2014

Corso di cucina etnica

Torna il corso di cucina etnica per donne italiane e straniere 



Iniziamo domenica 23 novembre alle 15 con le ricette del Sud America.

Rosa, dall'Argentina, cucinerà le 'empanadas'
Annamaria, dal Perù, preparerà i 'tamales'
Maria, dal Venezuela, cucinerà il 'quesillo'
Aline dal Brasile il 'pavè di cioccolato con biscotti'


Il corso è aperto a tutte le donne italiane e straniere. La partecipazione è gratuita (senza iscrizione).
Chi vuole può portare qualcosa (un piatto dolce o salato o una bibita) da condividere alla merenda finale.

Vi aspettiamo numerose, presso il centro ricreativo IL GIRASOLE in via San Pietro 14 a Desio (vicino al municipio)

Per informazioni:
desiocittaperta@gmail.com
333.6028331 (Paola)

domenica 9 novembre 2014

"Dialoghiamo, per il futuro dei nostri figli"

Intervista al leader della comunità pakistana di Desio



Ashraf Mohammed Khokhar, leader della comunità pakistana locale, presidente dell'associazione culturale Minhaj  Ul quran, conosce molto bene Desio.
“Sono arrivato il 30 giugno 1990. Avevo 29 anni e cercavo lavoro. Non sapevo una parola di italiano. Sono stato ospite dei miei cugini in una bella villetta in via Verdi.”

Qual è stato il suo primo impatto con Desio?
“Appena arrivato, mentre ero solo in casa, hanno suonato alla porta i vigili.  Venivano per le pratiche della residenza dei miei cugini. Io non capivo nulla, ci siamo spiegati a gesti”.

Come ha affrontato i giorni successivi?
“Ho trovato lavoro presso una ditta che faceva pavimenti. All'inizio è stata dura, per il problema della lingua. Poi ho imparato le mie prime parole in italiano. Amico.  E i nomi degli attrezzi: cazzuola, martello”

E i desiani come li ha trovati?
“Accoglienti. Dopo qualche mese, mi sono trasferito in via XXIV maggio. Ho fatto amicizia con i miei vicini di casa, una famiglia di italiani.  Poi, nel 1996, ho iniziato a frequentare la scuola d'italiano per stranieri”.

E' stata importante la scuola?
“Si. Io sono stato il primo studente. Ricordo ancora il primo giorno: sono entrato in una classe piena di italiani, pensavo di avere sbagliato. Invece quelle persone erano i volontari insegnanti. Erano tutti lì per me. Ho frequentato anche le 150 ore”

Permesso di soggiorno, ricongiungimento famigliare: è stato difficile sbrigare le pratiche?
“Difficilissimo. Ho dovuto avere pazienza, fare code interminabili davanti alla questura di Milano. Alla fine ce l'ho fatta. Mia moglie e i miei tre figli mi hanno raggiunto. Nel 1998 mi sono trasferito a Giussano”.

Torna spesso a Desio?
“Quasi tutti i giorni”.

Dove va?
“ Frequento le associazioni Desio Città Aperta e il Gruppo Solidarietà stranieri. Faccio visita ai missionari saveriani. E, ovviamente, frequento la moschea di via Forlanini”

La moschea è  stata al centro di un acceso dibattito il mese scorso. Voi pakistani avevate intenzione di costruirne una più grande, su un terreno da comprare in via Roma. Ma il comune ha rifiutato la vostra richiesta.  2500 desiani hanno firmato contro. Se l'aspettava?
“No. Non capisco perchè i desiani si sono mobilitati contro la moschea. Noi in via Forlanini non ci stiamo più. Quando abbiamo comprato quello scantinato, negli anni 90, eravamo in pochi. Adesso siamo in tanti. Nel week end, in occasioni particolari,  siamo in  500. Abbiamo bisogno di spazi. Un luogo per pregare e per fare incontrare famiglie e  giovani. Non vogliamo nasconderci in uno scantinato, ma vogliamo dare dignità al nostro luogo di culto”.

Cosa dice ai desiani che hanno firmato contro la moschea?
“Perchè  non chiedono direttamente a noi quali sono le nostre intenzioni, invece di fare girare voci false? Noi vogliamo semplicemente fare valere un nostro diritto”.

C'è chi si lamenta perchè in piazza Conciliazione “ci sono troppi stranieri”.
“Se non abbiamo uno spazio dove ritrovarci, andiamo in piazza”

In  Pakistan i cristiani non sono liberi.  Proprio in settimana una coppia di cristiani è stata uccisa.
“Ci sono anche tante belle realtà di dialogo interreligioso di cui non si parla. Io stesso, durante un viaggio in Pakistan, sono stato ospite dell'arcivescovo di Lahore a cui ho raccontato i progetti di dialogo che portiamo avanti qui a Desio con i missionari saveriani, sotto la guida della Diocesi. Noi condanniamo il terrorismo: abbiamo diffuso un comunicato in cui prendiamo le distanze”.

Le piace Desio?
“Si, la considero al pari del villaggio in cui sono nato. Anche se mi sono trasferito a Giussano, Desio  resta la mia città".

C'è qualcosa che non le piace di Desio?
“Sento che manca qualcosa. La  città è ancora chiusa, dopo tanti anni di convivenza con gli immigrati.. C'è la paura di perdere la propria identità. Anche noi abbiamo questa paura. Ma tutte  le parti devono fare più sforzi, gli stranieri e la comunità locale”


Che messaggio vuole lanciare ai desiani?
“Incontriamoci. Dialoghiamo.  Noi ci mettiamo a disposizione. Lo vogliamo fare soprattutto per i nostri figli, che sono il futuro”.