martedì 21 luglio 2015

Festa di fine Ramadan a Desio


Festa di  fine del Ramadan, venerdì scorso, per i musulmani. Quasi un migliaio di islamici residenti in Brianza, soprattutto pakistani, si sono riuniti nel giardino dei missionari saveriani, in via don Milani, a Desio, per la preghiera che ha concluso il mese Sacro del digiuno. Guidati dall'imam, i musulmani hanno dedicato circa mezz'ora ai riti della festa, con la preghiera ad Allah, rivolti verso La Mecca, distesi sui tappeti sistemati per l'occasione sotto il tendone allestito nel giardino. Erano presenti per un saluto anche i saveriani, che tutti i giorni del mese di Ramdan hanno ospitato i musulmani per la preghiera della fine della giornata. Il rettore padre Carmelo Boesso e padre Claudio Codenotti, appena rientrato dalla missione in Giappone per qualche giorno di riposo, insieme al rappresentante del gruppo del dialogo Stefano Serraino hanno letto un messaggio di auguri a nome di tutta la comunità cristiana, riportando anche le parole scritte per l'occasione dal cardinale di Milano Angelo Scola. La Diocesi di Milano ha invitato infatti i fedeli a portare il messaggio di auguri ai musulmani, stimolando momenti di incontro e dialogo tra religioni. La festa è poi proseguita con lo scambio di auguri e dei dolci tipici e la raccolta delle offerte per i poveri: dopo il momento comunitario, le famiglie hanno festeggiato in casa. Si è concluso così il mese Sacro dell'islam, particolarmente difficile quest'anno per il caldo intenso che ha messo alla prova i fedeli di Allah, impegnati nel digiuno da mattina a sera. Da qualche anno la numerosa comunità desiana viene ospitata dai saveriani, non avendo altri spazi ampi a disposizione.

martedì 14 luglio 2015

Moschea, ricorso al Tar dei pakistani


 
 
"Il ricorso al Tar è la nostra ultima occasione. Siamo stati costretti a ricorrere alle vie legali». Ashraf Mohammed Koakhar, responsabile dell'associazione culturale pakistana Minhaj Ul Quran, spiega il motivo per cui la numerosa comunità musulmana ha deciso di ricorrere al Tar contro il comune che ha rifiutato la loro richiesta di realizzare un centro culturale islamico. O meglio, contro il nuovo Pgt. L'amministrazione comunale infatti, lo scorso autunno, ha respinto la richiesta dei pakistani di realizzare il loro centro su un terreno privato (a proprie spese) in via Roma, giudicandola “incompatibile” col nuovo Pgt, perchè destinata a verde. «La legge italiana ci permette di avere uno spazio. Noi vogliamo fare valere questo diritto. Se la legge non lo permettesse, allora staremmo in silenzio. Ma non è così. Perchè non ci danno la possibilità?». Il portavoce dei pakistani è amareggiato ma anche determinato. «Con questa amministrazione abbiamo un bel rapporto. Collaboriamo e ci confrontiamo. Siamo disposti a collaborare sempre. Ma ora non ci bastano le parole. Vogliamo i fatti. Noi abbiamo bisogno di uno spazio, che diventi un punto di riferimento sopratutto per i nostri ragazzi. Per noi è molto importante. Nel centro islamico potremmo organizzare le attività per i giovani e il doposcuola. Sarebbe un luogo di incontro quotidiano. Altrimenti, dove vanno i nostri ragazzi? ». Alle paure dei desiani, che hanno il timore che la “moschea” attiri tanti musulmani, anche i più estremisti, il pakistano ribatte. «Il centro sarà soprattutto un punto di riferimento per i giovani, per tenerli maggiormente sotto controllo. La nostra sede attuale in via Forlanini è troppo piccola. Se succede qualcosa, di chi sarà la responsabilità?». Per il momento, nei giorni di festa e nei periodi speciali come il Ramadan che si sta svolgendo proprio in questo mese, i musulmani sono ospitati dai missionari saveriani. E' nel giardino di via Don Milani che si ritrovano tutte le sere del mese Sacro per pregare insieme, dalle 22.30 in poi. Ed è qui che la prossima settimana festeggeranno la fine del Ramadan. «Inutile chiedere di avere a disposizione il PalaDesio – dice amareggiato Ashraf – Ogni volta che lo chiediamo ci viene rifiutato, per una scusa o per l'altra. Succedeva così con le precedenti amministrazioni comunali. Succede ancora con l'amministrazione attuale, che a parole mostra apertura ma poi, nei fatti, rifiuta le nostre richieste, con delle scuse». Riguardo al no alla moschea “per motivi tecnici”, il pakistano non ha dubbi: «E' stata una scelta politica, non tecnica»